Il 23 Maggio si celebra a Firenze l’anniversario della morte di Fra Girolamo Savonarola, il predicatore domenicano che conquistò i fiorentini.
Il giorno dopo la morte sul rogo del Savonarola, i cittadini coprirono di fiori il luogo della sua morte, in Piazza della Signoria. Da quel giorno a Firenze la Fiorita si è trasformata in una tradizione arrivata fino a noi. Ogni anno, in occasione dell’anniversario della morte del Savonarola, un corteo arriva in Piazza della Signoria dove depone una corona di fiori sulla lapide a lui dedicata . Il corteo prosegue poi per il Ponte Vecchio dove vengono gettati petali di rosa in Arno come segno simbolico – -ecco perché Fiorita.
Ma chi era Fra Girolamo Savonarola e cosa possiamo visitare a Firenze per conoscere meglio questa eccentrica figura storica?
La Fiortia a Firenze e la storia di Girolamo Savonarola
Girolamo Savonarola nasce a Ferrara nel Settembre 1452 e arriva in Toscana poco più che trentenne con il compito di leggere le Sacre Scritture nel convento di San Marco.
Entra nella Firenze di Lorenzo de’ Medici come moralizzatore e trascinatore di masse. Al centro delle sue prediche c’è proprio la critica al lusso e alla dissolutezza dei costumi della città Firenze. È quindi logico che se la prenda anche con Lorenzo, vedendolo come responsabile della mondanità e della decadenza della città. Approfittando della cacciata dei Medici, il frate si propone come liberatore, e viene proclamato dal popolo capo della nuova Repubblica fiorentina.
Per combattere la dissolutezza della città, vennero organizzati sempre più spesso i cosiddetti ‘bruciamenti’ o ‘falò delle vanità’. In Piazza della Signoria venivano eretti veri e propri castelli a 7 piani -come i vizi capitali- pieni di tutto ciò che era lascivo e peccaminoso. Trucchi, giochi, gioielli, ritratti di nudi, abbigliamenti scollati o indecorosi, libri vietati.
Con la riconquista del potere da parte della famiglia Medici, la scomunica di Savonarola non tardò ad arrivare e nel 1498 venne rinchiuso nell’Alberghetto della Torre di Arnolfo. Si dice che Savonarola abbia confessato, probabilmente provato dalle torture. E’ lui stesso a rendersi conto di essersi fatto trascinare dagli eventi degli ultimi anni, cercando ‘gloria e potere’. Forse in buona fede, ma certo allontanandosi dallo spirito originario del cristianesimo. Quando arrivano gli emissari del papa, più di un mese dopo, il Savonarola venne processato e condannato a morte. L’esecuzione fu stabilita per il 23 maggio del 1498 e il frate domenicano morì sul rogo in Piazza della Signoria, dove l’evento è ricordato da una lapide commemorativa.
La Fiorita a Firenze e l’influenza del Savonorola
Molti si fanno affascinare dal frate: si pensi a Sandro Botticelli, che vive una vera e propria crisi mistica. E’ tra i primi artisti a convertirsi agli insegnamenti del frate e a bruciare le sue opere d’arte considerate oscene. Per osceno si intendeva anche l’immagine di un nudo ed è solo per puro caso che due capolavori come La Nascita della Venere e la Primavera si salvarono dalle fiamme. Le due opere, ammirabili alla Galleria degli Uffizi, si trovavano infatti nella villa di Castello e fu pertanto impossibile -fortunatamente- gettarle nei sempre più frequenti falò.
Verso la fine del secolo lo stile del Botticelli subisce un mutamento. La sua pittura si fa di carattere sacro proprio a causa dell’influenza delle predicazioni di Savonarola. All’abbandono dei soggetti mitologici corrisponde un’indurimento delle forme e l’uso di un cromatismo più cupo. Una tra le opere più emblematiche di questo periodo è La Calunnia, realizzata nel 1496 e conservata alla Galleria degli Uffizi.
Il fatto che i fiorentini accorsero a lasciare fiori nel punto della sua morte, dando vita alla tradizione della Fiorita, mostra quanto il predicatore fosse entrato nell’animo della gente di Firenze.